Carabinieri Piacenza, un ragazzo marocchino ha dato inizio alle indagini

carabinieri piacenza

Le indagini sui carabinieri di Piacenza arrestati sono partite da un ragazzo marocchino

A dare il via alle indagini contro i carabinieri di Piacenza ci sarebbe Hamza Lyamani, un ragazzo marocchino che avrebbe, inizialmente, fatto da informatore per il gruppo incarcerato ma poi, a seguito di minacce, si sarebbe recato a Cremona per parlare con il comandante carabiniere Rocco Papaleo, definito dallo stesso Lyamani come un uomo ligio al dovere e onesto, una persona di cui potersi fidare.

L’intervista di Hamza a “Le Iene” sui carabinieri di Piacenza

carabinieri Piacenza
carabinieri di Piacenza (foto dal web)

L’uomo ha contattato le Iene per raccontare la sua storia, per “sputtanare”, usando le sue parole, quei carabinieri che gli hanno reso la vita un inferno. Il ragazzo ha dichiarato che tutto iniziò nel 2016 quando, a seguito di una firma per un precedente ha incontrato il leader del gruppo, Giuseppe Montella, il quale lo avrebbe corrotto. Per ogni chilo sequestrato, in tribunale arrivava solo la metà, l’altra restava al gruppo di carabinieri per spacciarla nuovamente e un etto era la ricompensa per Hamza stesso.

Nel momento in cui il giovane marocchino si rifiutava di collaborare o cercava di allontanarsi subiva minacce e violenze che lo portavano a vivere nella più completa paura tant’è che è fuggito via da Piacenza a seguito delle minacce, tra cui “sparisci o ti chiudo in una valigia e ti getto nel Po”. Minacce dette da Montella, parole che Hamza è certo che potessero corrispondere a vere azioni. Hamza Lyamani ha confermato nuovamente che Giuseppe Montella è il capo di tutta l’organizzazione a delinquere che, ripetiamo, ha tra i capi di accusa l’abuso di potere, spaccio, torture, arresti illegali, violenze e minacce.

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