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“Caccia alle aule”, questo l’imperativo per la riapertura delle scuole

Scuola covid

La ministra Azzolina si dichiara pronta alla riapertura delle scuole, sostenendo la necessità di estinguere tendenze allarmistiche 
Servono 20mila aule per 400mila studenti“. Questo è l’annuncio proveniente dai presidi italiani, preoccupati per l’assenza di strutture nelle quali far ripartire la didattica. L’inizio delle lezioni è infatti previsto per il 14 settembre; tuttavia, al momento, il 50% degli ambienti necessari a garantire le regole di distanziamento non è stato ancora allestito. Gli alunni che dovranno usufruire di questi spazi alternativi sono circa il 5% del totale: un numero al di sotto delle iniziali previsioni del Ministero dell’Istruzione, ma comunque problematico.
La “caccia alle aule” è spietata e dilagante: si propongono addirittura hotel, case e b&b.

Le proposte per sopperire alla mancanza di strutture adeguate

Ministra Azzolina
Ministra Azzolina (foto dal web)

Per sopperire alla mancanza di strutture, il Commissario straordinario Arcuri ha indetto un bando a livello europeo per la fornitura di 3 milioni di banchi monoposto. Nel frattempo, l’Anci – Associazione Nazionale Comuni Italiani – avrà a disposizione 32 milioni di euro nel 2020 e 48 milioni nel 2021, da gestire per il potenziamento dell’edilizia ed altre questioni. I Comuni, dal canto loro, premono affinché offrano la loro disponibilità anche strutture totalmente all’infuori del contesto scolastico. Cristina Giachi, responsabile della suddetta associazione, afferma che gli Avvisi Pubblici saranno “aperti a tutti“, e che “laddove necessario, oltre a musei, cinema e centri congressi, potrebbero partecipare anche hotel, bed & breakfast e perfino appartamenti singoli, purché le strutture rispettino i requisiti di capienza e sicurezza“.

Le criticità si presentano “a macchia di leopardo”, e risultano sicuramente più accentuate nelle grandi città come Roma. Ogni questione, dunque, è da valutare e da prendere in esame rispetto alla realtà territoriale in cui si colloca.

Il rischio, qualora non si riuscisse a risolvere questo tipo di problema, è che una parte degli studenti sia costretta a seguire le lezioni in modalità a distanza, con tutte le complicazioni del caso (connessione scadente e mancanza di supporti tecnologici adeguati).
Chiaro è che, in un periodo di emergenza epidemiologica come quello che stiamo vivendo, il ricorso alla Dad sarà inevitabile. In alcune città ci si sta inoltre attrezzando con grande impegno; Milano, ad esempio, verrà organizzata attraverso mega-container nei quali potrà essere garantita la didattica.

Altre incertezze riguardano invece la necessità di potenziare il settore dei trasporti, per far sì che si rispetti il distanziamento obbligatorio, e che entrate ed uscite vengano scaglionate.Nonostante le polemiche sollevate e le numerose obiezioni, la ministra Azzolina afferma che lo Stato è preparato per far fronte a questa emergenza: “Stiamo innanzitutto riorganizzando e migliorando gli spazi interni delle scuole“, – e ancora – “Dovremo investire nell’edilizia scolastica, per ammodernare gli edifici già esistenti e costruirne di nuovi“.

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