È straziante ciò che è accaduto a Verona: 4 neonati sono morti a causa di un batterio letale nell’acqua del rubinetto. Questa è la denuncia delle mamme affrante dal dolore
Sono quattro i neonati che sarebbero morti a Verona a causa di un batterio killer trovato nell’acqua del rubinetto. L’evento tragico è avvenuto nel reparto di Terapia intensiva neonatale dell’Ospedale della Donna e del Bambino di Borgo Trento. L’acqua contenente il Citrobacter era stata utilizzata per la cura dei bambini dal personale della struttura sanitaria. Il batterio avrebbe provocato la morte di quattro neonati tra la fine del 2018 e quest’anno. La tragica scoperta ha indotto i responsabili sanitari alla chiusura della struttura. All’amara conclusione è giunta una delle due commissioni nominate dalla regione Veneto per far luce sul caso. La rivelazione scioccante proviene dalla commissione esterna, coordinata da Vincenzo Baldo, ordinario di Igiene e Sanità pubblica all’Università di Padova. Mentre è attesa anche un’altra relazione dei membri interni dell’amministrazione regionale alla Procura della repubblica di Verona. Secondo il primo rapporto due sarebbero state le cause scatenanti dei decessi: un mancato rispetto delle misure d’igiene e la scelta di ricorrere all’acqua del rubinetto e non ad acqua sterile.
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Batterio letale uccide 4 neonati, la denuncia delle mamme
Il batterio in questione comporta l’insorgenza di encefalopatie gravissime. A denunciare l’atroce accaduto sono state le mamme dei 4 neonati a cui, a quanto sta emergendo, se ne aggiungono altre. “Si poteva evitare” afferma la mamma di uno dei neonati, in un’intervista rilasciata a Sky Tg 24. La donna conta “una trentina di casi come il suo tra gravi e meno gravi“. I primi controlli da parte dell’Azienda ospedaliero-universitaria di Verona sono stati avviati a gennaio scorso. Sono poi stati interrotti a causa dell’emergenza Coronavirus. L’intero reparto di Ostetricia – Punto nascite,
Terapia intensiva neonatale e Terapia intensiva pediatrica è stato riaperto oggi. Era chiuso dal 12 giugno scorso su disposizione del direttore generale dell’Aou veronese, Francesco Cobello per procedere alla sanificazione totale degli ambienti.
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